IL GIOCO DELLE DIFFERENZE. Non c’è completezza senza diversità

Il Centro UNESCO di Firenze ONLUS, ha elaborato e proposto il progetto: “Il gioco delle differenze-Non c’è completezza senza diversità” nell’ambito del prezioso contenitore di proposte “Le Chiavi della Città” dell’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze (http://www.chiavidellacitta.it/).
L’avvio del progetto è programmato per il Febbraio 2013 con un ciclo che terminerà a fine Maggio, ed è rivolto alle scuole elementari e secondarie.
Il progetto mira a sensibilizzare gli studenti sul tema della diversità e del confronto sia sul piano culturale che su quello di genere, cercando di allenare una coscienza critica alle influenze di modelli e paure che provengono dall’esterno.
Il progetto si articolerà principalmente in 8 incontri/laboratori per classe tenuti dai dal Centro UNESCO di Firenze in ben 21 classi, appartenenti a 13 scuole diverse del territorio fiorentino.

Obiettivi

- imparare uno stereotipo
- riconoscere uno stereotipo
- scoprire la cultura degli altri
- scoprire che la rappresentazione di genere influenza ma non ha fondamento
- rappresentare le cose belle della cultura degli altri
- capire e condividere la propria cultura
- capire la differenza fra apprendere e giudicare
- cosa mi serve della cultura degli altri?

L’iniziativa è così articolata

per gli insegnanti
Un incontro per la presentazione del progetto e per la programmazione del percorso per le classi.
sede Assessorato all’Educazione, via Nicolodi, 2
periodo novembre 2012
orario 17.00 – 19.00

per le classi
8 incontri/laboratorio con cadenza bimensile così strutturati:

1 – Le storie degli altri. Lettura di favole/romanzi di altri paesi e discussione sugli aspetti diversi/comunanze riscontrate (2 ore).
Metodo narrativo: tutti hanno qualcosa da narrare. Senza l’ascolto dell’altro non si può avere interculturalità.
Se l’interculturalità è un “movimento di reciprocità”, occorre ascoltare l’altro. È necessario che anche l’altro parli a noi, che si manifesti. Attraverso la globalità dei linguaggi e il racconto diretto delle esperienze è possibile infatti realizzare uno scambio di valori culturali e confrontare i “punti di vista” sulla realtà.

2 – Le celebrazioni tradizionali di altre religioni: quando, come, perché, differenze e aspetti comuni (2 ore).

3 – Cose da maschi e cose da femmine. Si? Dimostramelo! (2 ore)
Metodo Comparativo: Si tratta di mettere a confronto due o più sguardi o versioni su uno stesso oggetto.
Ciò che è importante sul piano educativo è l’allargamento della visione attraverso l’utilizzazione di una nuova risorsa. Una via per educare alla complessità e al pluralismo, alla relatività e al confronto.

4 – Gli stereotipi: sulla nostra cultura – utilizzo di materiale video e discussione (1 ora), sull’appartenenza di genere – imparare a “leggere” le immagini sui generi (1 ora).

5- Il gioco degli stereotipi: indovino da dove vengo (1 ora e 15 min).
La discriminazione delle piccole cose. Modi di dire da “non dire più” (45 min)
Metodo decostruttivo: Quando culture e questioni di genere diverse si incontrano/scontrano, si collocano il più delle volte in rapporto “asimmetrico”. Non basta il riconoscimento formale della loro uguaglianza in termini di valore poiché rimangono da risolvere i “rapporti di forza” tra le stesse. Una delle risposte possibili è quella della decostruzione dei pregiudizi, degli stereotipi, dei luoghi comuni, delle immagini deformanti. La decostruzione va dunque intesa come promozione della capacità di mettersi in questione, di rivisitare le proprie idee.

6. Ascoltare la musica degli altri (30 min).
Con la tua famiglia guarda un film di una cultura diversa dalla tua parlane con loro e racconta in classe- a casa/ a scuola (1 ora e mezzo).
A casa fai una ricerca delle immagini che stigmatizzano la diversità di genere, raccoglile e portale a scuola, spiega perché le hai scelte (1 ora).
A casa ascolta i tuoi genitori, parenti e amici e colleziona le frasi che ti sembrano dei “luoghi comuni” e discutine a scuola (1 ora).
Metodo del decentramento: Educare al confronto interculturale e tra i generi significa innanzitutto far crescere la capacità di decentrarsi dal proprio punto di vista. Il decentramento contiene in sé un antidoto all’intolleranza e alla discriminazione. È un tirocinio democratico per imparare ad accettare la parzialità della propria verità.
Per le scuole secondarie di 1° grado questa attività può essere realizzata con appositi gruppi su pagine di social network su cui inviare i link di video/immagini o dichiarazioni pubbliche che stigmatizzano o rafforzano luoghi comuni sulle culture diverse e sulle diversità di genere

7. Scegli una cultura diversa dalla tua, studiala, trova cosa ti piace di più e raccontalo ai compagni scegliendo un oggetto, un disegno o una scenetta (1 ora e 15 min).
Chiedi al compagno di cultura diversa spiegazioni su cose che non comprendi della sua cultura (45 min).

8. Impariamo da quale cultura derivano alcune parole italiane (1 ora).
Metodo del riconoscimento del debito culturale: Si tratta di portare l’alunno a riconoscere il debito culturale che la sua cultura di appartenenza ha nei confronti di altre culture. Infatti tante realtà culturali che oggi sono considerati come parte essenziale della “mia” cultura, una volta non le appartenevano.
L’intera esperienza verrà valutata attraverso due diari di bordo. Uno collettivo che riassuma di volta in volta le attività fatte in classe e le cose comprese, con immagini, disegni e parole. L’altro a titolo personale dovrà essere la raccolta delle cose imparate a livello individuale, incluse le esperienze di ricerca fatte a casa. Tutti i diari saranno raccolti alla fine del percorso di sensibilizzazione.
sede scolastica
periodo gennaio – aprile 2013
orario scolastico

documentazione

Materiali video e ppt.
Per il monitoraggio dei risultati sarà distribuito: mappe sui temi, diari di bordo collettivi ed individuali, gruppo fb per scuola sulla condivisione di links su stereotipi e luoghi comuni in formati video/fot/dichiarazioni pubbliche, registrazione dei laboratori(ove possibile e consentito).

Pubblicato in Cultura, Diversità culturale, Iniziative, Uguaglianza di genere.